Trovandoci in situazioni che stuzzicano la nostra curiosità e alle quali ci è proibito esserne partecipi, ricordiamo bene quante volte ci siamo lasciati scappare l’esclamazione:
“Vorrei essere una mosca per vedere cosa succede…”
Luoghi e situazioni che scuotono la nostra immaginazione e ci inondano di emozioni.
Per molti di noi è stato il primo giorno di scuola dei figli ma se ne possono elencare molti altri; sono eventi che annunciano un cambiamento e che rimangono sempre con un particolare velo di mistero e di incomprensione.
A tal proposito Michael Foreman racconta un evento che riguarda l’Umanità intera nell’albo Il gatto nella mangiatoia. Il mistero della natività visto con gli occhi di un gatto, edito per la maison veneta Camelozampa nel 2014.
In una notte d’inverno, fredda e stellata, un gatto cerca di scaldarsi in una stalla, trovando che la mangiatoia fosse il luogo più sicuro per non farsi calpestare dalle mucche, animali alquanto goffi, ma pacifici a differenza delle capre litigiose o degli asini sempre pronti a tirare calci.
Nello spazio destinato al ricovero per gli animali da stalla a quanto pare non mancano i problemi di convivenza ma anche le sorprese perché, proprio quella notte
proprio quando la stalla stava diventando bella calda, la porta si è spalancata e in un vortice di fiocchi di neve sono apparsi un uomo e una donna con, indovina un po’…un asino!
Da quel momento i rapporti tra gli animali cambiano, tutti attenti alle faccende che si susseguono con una rapidità che fa dimenticare nuovi e vecchi malintesi: l’uomo prepara un giaciglio per la donna, lei sta male, lui l’abbraccia poi si sente il pianto di un neonato che porta scompiglio.
Poco dopo
Era come se il mondo intero trattenesse il respiro, e guardavamo tutti il bambino e il bambino guardava noi.
Con questa frase si annuncia uno dei più grandi sodalizi della storia dell’Umanità che Foreman traduce con l’incanto di uno sguardo al quale nessuno, neanche gli animali sanno resistere.
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