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domenica 25 ottobre 2015

"Giacomo il signor bambino" di Paolo di Paolo e Gianni de Conno, Rrose Sélavy

Questa sera su Venezia c'è una luna sfumata, sembra piena ma non lo è, il bagliore diffuso dal filtro dell'umidità la fa apparire più tonda e se c'è una cosa che proprio non posso non fare quando guardo la luna, il che mi capita in continuazione, anche di pomeriggio (e vi raccomando il racconto dedicato alla luna di pomeriggio di Calvino in Palomar), è pensare a Leopardi.

E allora, incoraggiata da questa luna, ho deciso di prendere in mano un libro che da tempo avrei voluto raccontarvi, si tratta di un albo illustrato dedicato a Leopardi, a dirlo sembra quasi una follia editoriale nel panorama culturale medio che ci circonda, eppure è un'operazione oltremodo interessante e un bel libro da gustare con tutti i sensi (anche con il tatto perché la carta "usumano" che a quest'editore piace utilizzare dà un senso in più all'esperienza della lettura.)

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Ho tentennato un po' prima di raccontarvi Giacomo il signor bambino innanzitutto perché avere a che fare con un signore è cosa che mica si ha il coraggio di fare tutti i giorni, con un signora bambino poi meno che meno; e poi anche perché Leopardi è un autore che amo spassionatamente, di cui ho conosciuto uno dei massimi studiosi, Lucio Felici, che ricordo con gratitudine ed affetto, e non potevo tollerare che qualcosa che lo riguardasse potesse in qualche modo deludermi. Il rischio tutto sommato c'era, mica è da tutti strutturare un racconto per bambini su Leopardi.
Non è successo, sono riemersa da questo bellissimo "quaderno quadrone" con la contentezza di aver ritrovato il mio Leopardi più amato, quello dal gusto narrativo, dalla poetica fantastica delle Operette morali e in forma smagliante di bambino caparbio, ai limiti del prepotente quanto è trascinato da una nuova idea, di bambino che se proprio non ci appare felice nel senso stretto del termine, sa però spiegare perfettamente agli altri dove trovare la propria felicità perduta in un cassetto da qualche parte dentro di loro.
L'autore Paolo di Paolo propone un bel testo al limite tra la biografia del poeta con riferimenti puntuali e dotti alla sua vita reale e alle sue opere, e la storia di fantasia là dove però la fantasia non fa mai sentire l'odore di stantio, non avvisa mai dove si insinua e non si fa riconoscere. Sembra, e di fatto è, perfettamente integrata alla realtà biografica per regalarci una storia, un aneddoto di un'avventura che il piccolo signore bambino ha vissuto con i fratelli e il cuoco di famiglia, e i suoi burattini che, se proprio vera non è basta vera sarebbe anche potuta essere.

Le illustrazioni sono fatte da Gianni De Conno, illustratore di chiara fama che più volte è stato definito un surrealista gentile, il suo stile mi è parso perfettamente in tono non solo con la storia, ma probabilmente anche con la sensibilità di un signore bambino che da non poi molto grande ha scritto una cosa come Il dialogo di Federico Ruisch e delle sue mummie.

Il testo ha anche una breve introduzione di Mario Martone, straordinario regista poco tempo fa ha anch'egli  dedicato le sue attenzioni al Giovane favoloso.

Insomma, non so se è chiaro, facendo la tara con il mio amore di parte per Leopardi, che però in questo caso ha decisamente inizialmente azzavorrato il mio occhio di lettrice, Giacomo il signor bambino è un piccolo gioiello editoriale e forse proprio qui ha la sua unica pecca. Una pecca probabilmente connaturata alla decisione di fare belle edizioni di qualità, ma che francamente vorrei proprio che non ci fosse: la distribuzione e l'informazione relativa a questo tipo di prodotto editoriale.
Quando ho cercato questo albo nella libreria, piccola, di Venezia che è specializzata in letteratura per l'infanzia non ce l'aveva, di Rrose sélavy aveva solo il nuovo "Quaderno cartone" con testi di Piumini e la libraria mi ha detto che era davvero difficile da vendere qual tipo di prodotto e che quindi non se ne riforniva sistematicamente. Aveva ragione. E' la triste realtà, vendere libri di qualità e in più libri per bambini è impresa assai ardua, certo che però se il ruolo del libraio dovrebbe proprio esser quello di illustrarti le differenze e consigliarti per il meglio non ci siamo proprio.


Rrose Sèlavy è una piccola indipendente, coraggiosa e resistente (ai venti) casa editrice che nonostante abbia 3 anni di vita o poco più ha al suo attivo, come miglior progetto editoriale,un premio Andersen, vinto nel 2014 proprio dalla collana dei "Quaderni quadroni", e il premio per Edito-Re nel 2015. I suoi albi per bambini dagli 8 anni, ed ora con la collana "Quaderni cartoni" dai 4 anni, offrono il meglio dal punto di vista della selezione di autori, illustratori, narrazioni e qualità materiale dei libri e ad un prezzo che francamente non è diverso da tanti altri libri per l'infanzia. Allora qual è il punto? Sempre lo stesso! La mancanza di informazione da un lato, ma soprattutto, e dico davvero soprattutto, il fatto di non immaginare di poter mettere in mano ad un bambino un prodotto simile. Credo si tratti proprio di una questione culturale in cui forse la scuola, una volta di più, potrebbe far molto. Molti libri e albi proposti e mediati dalla maestra, dalla scuola, in maniera corretta, s'intende, senza snaturalizzarli, godendone semplicemente la lettura, possono arrivare a bambini che mai potrebbero per altri versi vedersi proposti racconti del genere. Ma qui si torna al punto di partenza: chi forma e informa le maestre e i maestri sulle novità editoriali, sull'esistenza delle piccole realtà di qualità, di libri di cui mai avrebbero sperato l'esistenza ma che invece ci sono?

Mah, non ho risposte, temo, anche per questo mi sforzo di fare il mio pochissimo tramite Teste fiorite anche nelle scuole, con i corsi, con le recensioni, con le mie domande un po' scontate e un po' ingenue, tutto purché la passione sia riconosciuta e sostenuta; quella dei bambini, in primis, che, come diceva Leopardi e come recita la citazione in apertura di libro, "trovano il tutto anche nel niente"; e quella di chi nei libri per l'infanzia ci crede ciecamente. Rrose Sèlavy sprizza passione sin sin dal nome e siccome nomen est omen speriamo continui a lavorare sempre così, nonostante le mille difficoltà che immagino possa incontrare. Una bella intervista a Massimo De Nardo, fondatore della casa editrice, la potete leggere sulle pagine de Le figure dei libri di Anna Castagnoli, qui.

In quinta elementare imparai a memoria la mia prima poesia di Leopardi, era Il sabato del villaggio, la porto a mente ancora adesso, insieme ad altre che la maestra ci donò come patrimonio per la vita, con Giacomo il signor bambino ho incontrato invece una poesia di cui non avevo notizia e che davvero merita se vogliamo almeno farci un'idea di con chi stiamo avendo a che fare: Contro la minestra.

Ora sei tu, Minestra, dei miei versi l'oggetto
E dir di abominarti mi apporta un gran diletto.
Ah se potessi escluderti da tutti i regni interi...
Si dice che risusciti quando sei buona i morti,
Ma, oh, detto degno d'uomini invero poco accorti!
  

   

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