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Laurent Moreau, Dopo, Orecchio acerbo, 2014. |
Ho fatto bene, perché appena arrivata a casa Lara me l'ha chiesto.
Forse non si tratta di uno di quegli albi che a 5 anni leggi e rileggi per il puro gusto della narrazione, ma senz'altro è uno di quegli albi che lavora sotto. Lavora nelle emozioni e...lavora bene e non so i vostri ma i miei figli di questo hanno un grande bisogno!
Dopo è un albo che parla del tempo, delle stagioni, delle emozioni, della vita, della morte, dell'attesa, ma soprattutto parla dell'attimo che viviamo con una sapienza delle illustrazioni che si armonizzano con il pensiero. Avete presente quel gioco linguistico che si fa da ragazzini quando si deve ripetere "gialleggia, gialleggia...." e uno ripete talmente tante volte quella parola che quando la domanda del compagno è "Cosa fa un sasso in acqua?" automaticamente si risponde "galleggia? Dopo mi è parso proprio così, lo so il paragone è quasi blasfemo pensando a questo grande autore, ma è per dire che l'ultima pagina ti sorprende tanto da farti rendere conto solo all'ultimo, con un forte effetto di straniamento, che le pagine precedenti ti avevano abituato ad una forma precisa di lettura dell'albo in cui...l'adesso non esiste.


Tra testo e immagini manca una dimensione temporale: quella dell'istante vitale.
Ma tranquilli l'ultima pagina colma il divario, ci ridà tempo, speranza, fiato e...infanzia.
Metterei questo albo tra quelli indispensabili per educare l'attesa e l'emozione dei bambini e lo inserirei in una categoria speciale, e mi scuso per la categorizzazione: quella degli albi che rallentano il tempo, restituiscono dignità all'attimo e per questo dilatano il breve spazio dell'infanzia in cui se bisogna, almeno pare, imparare a fare i conti col tempo, si può anche iniziare a pensare di farli anche coniugandoli al presente perché il bambino non è un uomo in divenire ma è adesso UN BAMBINO, creatura straordinaria in evoluzione ed al tempo stesso incredibilmente compiuta in sé..
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